Il Ninfeo

  • Emiciclo - Venere al bagno

  • Ninfeo - fronte sud

  • Fontana di Galatea

  • Mosaici - Camillo Procaccini

Il complesso architettonico conosciuto come Ninfeo è costituito da una successione di spazi e di stanze simmetricamente disposte ove erano collocate le collezioni d'arte di casa Borromeo Visconti Litta: dipinti, raccolte di fossili, minerali, monete, reliquie sacre, automi, strumenti meccanici, reperti archeologici.

Questo edificio, costruito tra il 1585 e il 1589 su progetto di Martino Bassi, presenta una pianta rettangolare rigorosamente simmetrica.

Il fronte sud del Ninfeo è arricchito da statue in stucco; due balaustre in pietra conducono all'atrio d'accesso al Ninfeo, chiamato Atrio dei Quattro Venti.

L'ottagono è un punto di snodo. Proseguendo verso nord, lungo l'asse longitudinale principale sud-nord, si esce all'esterno in una zona di giardino, delimitata da 6 piedistalli marmorei, ove un tempo erano collocate altrettante statue in bronzo. Muovendosi, invece, all'interno del Ninfeo si inizia un percorso trasversale est-ovest rispetto all'asse principale sud-nord. Le sale del Ninfeo sono pressoché tutte decorate a mosaico di ciottoli tondi bianchi (quarzo) e neri (calcare) disposti a comporre complicati intrecci di motivi geometrici e floreali. Le decorazioni, diverse in ogni ambiente, si ripetono simmetricamente sulle pareti di ogni sala. I soffitti delle sale a nord presentano una tecnica assolutamente originale realizzata tra il 1587 e il 1589 da Camillo Procaccini (c. 1550-1627). E' la tecnica dei ciottoli dipinti e rappresenta un unicum nella storia delle realizzazioni a mosaico a noi note.

Nelle grotte vecchie un emiciclo, decorato con mosaici di ciottoli e stalattiti presenta anfratti e nicchie con statue di fauni e sedute. Oltre l'emiciclo si estende un labirinto che conduce ad una galleria coperta decorata con mosaico di ciottoli colorati.

All'ingresso della galleria si presentano tre Naiadi in marmo bianco; la statua centrale, secondo la tradizione popolare lainatese, è detta "La Vegia Tuntona" (da tentona, tentatrice), sinonimo di perdizione e vita peccaminosa.

Un altro ambiente, isolato rispetto alla simmetria dell'edificio, è una sala ottagonale a cielo aperto: il Cortile delle Piogge.

Il fronte nord dell'edificio è costituito da due lunghe pareti simmetriche ricoperte di arenaria, due ampi emicicli scanditi da colonne ioniche e due nicchie con statue allegoriche del Mattino e del Vespro.